PER FARE CHIAREZZA, ADESSO A NOI LA PAROLA!!
Iniziano oggi una serie di
report, che pubblicheremo ogni 30-45 giorni, per informare la popolazione di
Acquapendente del lavoro svolto, e di quanto si sta facendo, per il territorio
come gruppo di minoranza.
Il post è lungo, ma esaustivo, considerando le polemiche rivolte alla nostra
lista basate su argomentazioni inesatte ed incomplete (nomine, linee
programmatiche, indennità, caso Tiberi).
Iniziamo dal primo consiglio
Comunale, quello svoltosi il 17 giugno 2016.
CONSIGLIO COMUNALE 17 GIUGNO 2016.
Presenti. Barbara Belcari e Solange Manfredi.
Discorso di insediamento.
In questo primo Consiglio abbiamo
voluto, primariamente, chiarire come intendiamo portare avanti il nostro
incarico, evidenziando che il cardine sarà il rispetto.
Essere minoranza, è bene chiarirlo subito, non vuol dire per forza opporsi a
tutto e a tutti, ossia porre sempre in essere comportamenti ed azioni di
contrasto alla maggioranza. Questo non è, per noi, buona politica, non è
impegnarsi per costruire.
La minoranza, attenzione, ha una
funzione istituzionale di grande importanza e, se correttamente esercitata, è
uno dei pilastri della democrazia.
Il compito di un consigliere di minoranza deve sì essere quello di impedire l’adozione
di atti che non siano finalizzati al pubblico interesse, certo, ma questi ha
anche il dovere di proporsi per affrontare e risolvere i problemi del
territorio.
E’ un compito complesso, che deve essere svolto con umiltà, nel
rispetto delle istituzioni e nell'interesse della collettività.
Si deve, cioè, operare con responsabilità e dignità politica.
Sottolineo queste parole – umiltà,
responsabilità e dignità politica – perché negli ultimi anni di umiltà,
responsabilità e dignità in politica ne ho vista molto poca, ed i risultati
sono evidenti nel disastro che abbiamo intorno.
Ed invece, umiltà, responsabilità e dignità politica sono i pilastri per
costruire una società più giusta.
Se l’opposizione fa bene il suo
lavoro, non solo riesce ad ottenere una amministrazione comunale più
trasparente, più democratica e rispettosa dei diritti dei cittadini, ma riesce
anche, dando il suo contributo, ad aiutare l’amministrazione a risolvere i
problemi del paese.
Questa è buona politica.
Un’opposizione, invece, inutilmente
rissosa, diffidente e piena di pregiudizi, che siede in Consiglio ed opera solo
ed unicamente per provocare, criticare ed ostacolare la gestione del territorio
– al fine, magari, di creare una spaccatura all'interno della maggioranza per
far cadere al più presto l’amministrazione – non solo opera senza nessun
rispetto delle istituzioni, responsabilità e dignità politica ma, cosa di una
gravità inaudita, per un suo interesse personale, quello di giungere al potere,
impedisce la gestione del territorio e la risoluzione dei problemi da cui
dipendono la vita di migliaia di persone.
Questo modo di agire, per
interesse personale, per brama di potere, pronti a sacrificare tutto e tutti
per il proprio ego, non è politica, è antipolitica.
E l’antipolitica non costruisce, sa solo distruggere.
Surroga.
Uno dei primi atti operati nel
corso del primo Consiglio comunale, dopo il giuramento del Sindaco e l’esame
dell’assenza delle incompatibilità per i Consiglieri, è stata la surroga.
Da più parti è stato scritto, e
si è accusato il Sindaco Ghinassi, di aver nominato assessori dei Consiglieri
comunali, averli fatti dimettere per permettere ai non eletti della lista di
entrare a far parte del Consiglio,ipotizzando chissà quali losche manovre alle
spalle degli elettori.
Ed invece, è bene chiarirlo
subito, gli assessori ed il Sindaco, hanno operato nella maniera più corretta e
democratica possibile.
Infatti, nel governo del territorio, al Sindaco ed alla Giunta è attribuito,
sinteticamente, il potere esecutivo, mentre al Consiglio il potere di
controllo. Cosa vuol dire questo? Che ove gli Assessori non si fossero dimessi
dal Consiglio comunale si sarebbero trovati nell’assurda, e ben poco
democratica, posizione di essere contemporaneamente controllori e controllati.
Cosa grottesca che, infatti, per i comuni sopra i 15.000 abitanti, la legge
espressamente vieta.
Il vuoto normativo, che non prevede questa regola di buon senso e buon governo
per i comuni sotto i 15.000 abitanti, è stato responsabilmente colmato da
questa amministrazione.
Ed a fronte di un comportamento
estremamente corretto, non dovuto, che rispetta i principi democratici, si
grida allo scandalo?
Regolamento comunale e Commissione controllo e garanzia.
Durante il primo Consiglio è stato presentato il nuovo Regolamento comunale.
Esaminando il Regolamento abbiamo
rilevato che, all'art. 15, la costituzione della Commissione di controllo e
garanzia sul funzionamento dell’azione amministrativa, forma fondamentale di
democrazia e di partecipazione delle minoranze, era prevista come facoltativa,
vi era infatti scritto: “può costituire”.
Abbiamo quindi chiesto una modifica al testo dell’art. 15, da “può costituire”
a “costituisce”.
La nostra richiesta è stata accolta. Dunque, l’importante commissione di
controllo e garanzia verrà costituita.
Linee programmatiche.
Altro punto all'ordine del giorno ha riguardato le linee programmatiche
relative alle azioni, ed ai progetti, che l’amministrazione intende realizzare
nel corso del mandato.
Con grande piacere abbiamo
constatato che il programma dell’amministrazione ha molti punti in comune con
il nostro.
Si pensi alla tutela dell’ambiente, allo sviluppo del territorio, al
potenziamento dell’ospedale, al promuovere un’agricoltura di qualità, all'intenzione di rivalutare città e borghi, a promuovere il turismo, sino alla
dichiarazione finale del Sindaco sull'acqua pubblica ed il NO alla geotermia
speculativa.
A questo tipo di linee
programmatiche abbiamo, quindi, votato sì perché, ripetiamo, i punti principali
coincidono con quelli del nostro programma.
E cosa dovevamo fare, solo perché siamo opposizione, nonostante la coincidenza
di punti principali del programma – ricordiamo che si parlava di linee
programmatiche – dovevamo votare contro? Comunque contro, sempre contro a
prescindere?
Cosa ha a vedere questo con la
buona politica? Ve lo dico io, nulla.
CONSIGLIO COMUNALE DEL PRIMO LUGLIO 2016.
Presente: Solange Manfredi
Assente: Barbara Belcari
Geotermia.
Ed infatti, a dimostrazione di come i punti fondamentali del programma della maggioranza
coincidano con il nostro, il secondo consiglio Comunale si è aperto con una
importante dichiarazione del Sindaco Angelo Ghinassi sulla questione delle
centrali pilota geotermiche.
Ma non solo.
Il suo, infatti, è stato un no
politico non solo alle centrali geotermiche, ma un no politico a questo tipo di
sviluppo per il nostro territorio:
“Ecco, quindi, il perché del mio netto no
politico all'insediamento sul nostro territorio di impianti che possano
compromettere i delicati equilibri paesaggistici che lo caratterizzano, e che
si pongano in contrasto la politica di sviluppo che il territorio sta portando
avanti da decenni”.
Nomina componenti Comunità
montana Alta Tuscia Laziale.
Qui, prima di entrare nel merito della votazione, è necessaria una premessa.
Nei giorni precedenti il secondo
Consiglio comunale, l’amministrazione – vista la mia disponibilità palesata nel
consiglio del 17 giugno a voler mettere a disposizione del territorio le mie
competenze – mi ha chiesto se volevo entrare a far parte della Comunità
montana. La richiesta veniva motivata con il fatto che, all’interno di questo
Ente, le mie competenze in diritto potevano essere utili. Anche io ero della
stessa idea e, quindi, accettavo volentieri l’offerta.
Tre ore prima del Consiglio, il
gruppo di minoranza, capeggiato da Francesco Luzzi, venuto a sapere
dell’appoggio della maggioranza per la mia nomina alla comunità montana –
nomina che, diversamente, non sarebbe stata possibile vista l’assenza di
Barbara Belcari – mi ha contattata manifestandomi il suo interesse ad entrare nell'Ente. La motivazione, mi si è detto, risiedeva nel fatto che la Comunità
montana si interessa di rifiuti, appalti, cooperative, ecc., ed, essendo la
lista “città a cuore” una lista formata prevalentemente da imprenditori, le
loro competenze potevano essere utili al territorio. Viceversa, la mia
competenza, e la mia battaglia per la tutela dei diritti, potevano trovare
miglior impiego come presidente della istituenda Commissione di controllo e
garanzia.
Pur comprendendo le ragioni
dell’interesse del gruppo “citta’ a cuore” alla Comunità montana,
comprendendole molto bene, confermavo la mia disponibilità alla nomina
spiegando che nella Commissione controllo e garanzia, anche se non come Presidente, sarei entrata ugualmente e, quindi, le mie competenze avrebbero
comunque trovato impiego. Diversamente, nella Comunità montana, sarebbe venuto
a mancare un esperto di diritto che, invece, chi gestisce il territorio
riteneva utile. E, sia ben inteso, ritengo utile anche io.
Al momento delle votazioni,
quindi, mancando Barbara Belcari, la mia nomina alla comunità montana è stata
possibile grazie ai voti della maggioranza.
Nomina Commissione elettorale.
Altra commissione, votata nel
consiglio del primo luglio, è stata la commissione elettorale.
Anche in questo
caso non possiamo non segnalare la grande correttezza della maggioranza.
Infatti, come prima detto, a causa dell’assenza di Barbara Belcari, non avremmo
potuto entrare in questa commissione.
La maggioranza, ritenendo che non fosse
giusto non fossimo rappresentati, anche in questo caso, ha votato per noi
Determinazione indennità amministratori.
In questo consiglio si è votato anche sulla determinazione indennità
amministratori, art. 1 comma 136 della legge 54 del 2014.
I voti sono stati: il sì della maggioranza ed il mio, e l’astensione dei
consiglieri di minoranza Luzzi e Camilli.
Su questo specifico punto, appena
finito il Consiglio, sono state messe in giro voci che affermavano che la
maggioranza si era aumentata gli stipendi.
Bene. Facciamo chiarezza su
quanto successo.
1. Quello che è stato votato è
stato un adempimento di legge, un atto dovuto. Niente di più. Ovvero si dava
conto, per quanto concerne le indennità, di quanto prevede la legge nazionale.
Dunque, nessuno si è alzato lo
stipendio.
Ripeto, si trattava di un adempimento di legge. Ed è vero, io ho
votato sì.
Dovevo votare contro ad un adempimento di legge? Mi si vuol
veramente far credere che dovevo votare no al rispetto di una legge che non
presenta profili di incostituzionalità?
La minoranza, tra le altre funzioni,
deve controllare che la maggioranza operi legittimamente, seguendo le leggi, ed
infatti, attenzione, nessuno ha votato no. E non sorprende, difficile votare no
al rispetto di una legge. Gli altri componenti della minoranza si sono
astenuti.
E, anche qui, facciamo chiarezza
sul valore dell’astensione, perché mi pare ci sia una certa confusione.
Cosa significa effettivamente astenersi? Quando ci si astiene, e che
significato dargli?
Durante le votazioni ci si può
astenere perché si è in dubbio su qualcosa su cui si deve votare, o non si è
capito su cosa votare, o perché non si è avuto tempo o possibilità, di
informarsi prima del Consiglio su quanto si sta votando.
L’astensione può avere, poi, un
forte significato politico, e può influire in modo determinante
sull’approvazione di una delibera, quando questa influisce sul quorum, ossia
l’astensione può portare alla non approvazione della delibera.
Ma non era questo il caso, visto
che la maggioranza ha votato sì, 7 voti, mentre la minoranza, anche unita,
mancando Barbara Belcari, disponeva di 3 voti soltanto.
Ed allora, tolte le ipotesi ora ricordate, che significato ha un’astensione?
Perché attenzione, il voto
riguarda quanto è all’ordine del giorno, non quello che, forse, potrà essere
deciso in futuro con altro atto amministrativo.
Dicevamo, tolte le ipotesi sopra ricordate, che significato ha l’astensione?
Significa restare neutrali, è come dire: fate voi.
Dunque, quello che è successo, è
che si è votato su un adempimento di legge, un atto dovuto che nulla
determinava in più in ordine agli stipendi.
Ecco perché ci ha estremamente sorpreso che, a pochi minuti dal Consiglio, si
sia scatenato questo attacco, portato con argomentazioni inesatte e incomplete,
che hanno, però, scaldato gli animi di molti.
Le voci volevano un aumento importante degli stipendi a cui io avevo votato sì.
La conseguenza di queste voci,
assolutamente inesatte, è stata che, nella giornata di sabato, numerose sono
state le telefonate e i messaggi che abbiamo ricevuto su questo argomento.
Tutto ciò ha comportato, nel mio
caso, che sabato, invece di lavorare sui documenti della Talete, ho passato il
mio tempo a dover rispondere a delle chiacchiere. Tralascio le accuse, gli
insulti, le offese, ecc.
Chiacchiere che sono continuate
nei giorni successivi, con modalità sempre più offensive, basate sul nulla, ma
che, ancora una volta, hanno fatto perdere tempo, tutto ciò a scapito del
lavoro molto più importante sulla Talete, che riguarda tutta la popolazione.
Attenzione, perché questa è una tecnica ben conosciuta e, soprattutto, sin
troppo usata: mettere in giro voci che sono in grado di infiammare gli animi.
Chi mette in giro queste voci
impiega due minuti del suo tempo, chi deve confutarle è costretto a sottrarre
al lavoro ore, se non giorni, a seconda dei casi.
Con questa modalità, insomma, si
vuole impedire alle persone di lavorare sulle cose importanti per, poi, dire
che non risolvono i problemi.
Bene, io a questo gioco non ci sto.
Chi ci ha votato lo ha fatto per
le nostre competenze, e perché risolvessimo dei problemi, non per correre dietro
alle chiacchiere.
E per risolvere i problemi si deve lavorare, e lavorare
tanto, altrimenti i risultati non arrivano.
E noi vogliamo lavorare e portare
risultati.
Insomma, in questo perverso gioco
non si deve cadere.
E come si può fare?
In maniera molto semplice, con questi report.
Nel corso di questi report
relazioneremo il territorio sul nostro lavoro, perché è giusto che informiamo
la popolazione di quanto stiamo facendo. Ma lo faremo con scadenze precise
perché, diversamente, sottraiamo tempo al nostro lavoro.
Se ogni due giorni viene messa in
giro una chiacchiera, come sta succedendo in queste settimane, e noi dobbiamo
rispondere, non possiamo più lavorare.
E, come prima cosa, la cittadinanza ci
chiede di lavorare per risolvere i problemi.
Ecco perché, lo diciamo subito,
tra un report e l’altro non risponderemo a nessuna chiacchiera.
Così disarticoliamo subito questo modo perverso di intendere la politica.
Nomina componenti di frazione Trevinano e Torre Alfina.
Ultimo punto all'ordine del
giorno è stata l’elezione dei Consigli di frazione.
A Trevinano vi era una sola
lista, con all’interno la rappresentante del nostro gruppo, Patrizia
Scaravelli.
Alle votazioni, lista ha avuto il sì della maggioranza ed il mio.
Il gruppo di
minoranza della lista “città a cuore” si è astenuta.
A Torre Alfina, invece, sono
state presentate tre liste:
1. La lista n. 1 rappresentata da Cristiano Tiberi.
2. La lista n. 2, della maggioranza, rappresentata da Mauro Favero.
3. La lista n. 3, del gruppo di minoranza Città a Cuore, rappresentata da
Franco Lanzi.
Le votazioni hanno visto la
vittoria della lista n. 2 di Mauro Favero.
Io ho votato per la lista n. 2, rappresentata da Mauro Favero.
La mia decisione di dare il voto
alla lista n. 2 ha scatenato, nei giorni successivi, polemiche causate, anche
questa volta, da notizie incomplete e, dunque, inesatte.
Quindi, anche qui, facciamo un po’ di chiarezza.
La lista n. 1, rappresentata da Cristiano
Tiberi, non era la lista del nostro gruppo di minoranza, chiariamolo subito.
Vero che Cristiano Tiberi è stato
un nostro candidato consigliere, ma la lista presentata per il Consiglio di
frazione è stata una sua iniziativa personale, non condivisa con il gruppo e
dal gruppo.
Infatti le indicazioni che
avevamo dato a Cristiano come gruppo erano altre.
Ben sapendo che il Consiglio
di frazione sarebbe stato eletto dal Consiglio comunale, avevamo dato
indicazioni perché si formasse una lista unica, come a Trevinano, così da poter
avere dei nostri rappresentanti all'interno della lista che sicuramente sarebbe
stata votata dalla maggioranza e, dunque, avrebbe vinto (infatti la maggioranza
può contare su 7 voti e noi su 2).
Cristiano, in assoluta autonomia,
come era peraltro in suo diritto, ha scelto di non seguire le nostre
indicazioni, ed attivarsi per formare una sua lista.
La decisione di Cristiano, e la creazione della sua lista, è stata comunicata
al nostro gruppo solo due ore prima dell’assemblea del 14 giugno 2016,
attraverso un messaggio su Facebook.
Io, poi, non passando le mie ore su
Facebook, ma lavorando, sono venuta a sapere di tale iniziativa solo un’ora
prima dell’assemblea, e senza neanche conoscere le persone inserite nella
lista.
Fortunatamente nella lista di
Mauro Favero era entrata una nostra sostenitrice, Alessandra Matarazzo e,
quindi, il nostro gruppo era comunque rappresentato all’interno della lista di
maggioranza.
Nei giorni successivi alla
votazione Cristiano Tiberi mi ha chiesto spiegazioni del mio voto. E così gli
ho risposto:
“Hai deciso di fare una lista non
sapendo che questa sarebbe stata votata successivamente dal Consiglio ma
ritenendo che, quella sera, la scelta sarebbe stata affidata all’assemblea con
votazione.
Io ho saputo del fatto che tu
avevi fatto una lista alle 20.00 di sera. Ne sono rimasta sorpresa, non capivo,
infatti, il perché di una decisione che non aveva nessuna speranza di successo.
La maggioranza in Consiglio ha 7 voti e noi 2.
Quando è arrivato Ghinassi gli ho
spiegato l’equivoco e lui, correttamente, mi ha detto: “A Torre Alfina avete
vinto, sarebbe giusto che la popolazione venisse rappresentata in modo maggiore
nella lista di Mauro, se vuoi, se ritieni che si possano unire le due liste, io
sono disposto a ritardare l’inizio dell’assemblea”.
Sono quindi venuta a parlarti per
proporti una fusione. La tua risposta è stata netta. Hai detto che era una
questione di principio e di lealtà nei confronti dei tuoi compagni di lista.
Io, Cristiano, come sai, sono assolutamente
d’accordo con il difendere i principi, sono il mio lavoro e la mia vita, ma
questi vanno difesi con preparazione, conoscenza e senza personalismi.
Diversamente non producono nulla di buono, anzi, ci si va a schiantare contro
un muro.
Secondo il mio modo di vedere la tua prima lealtà doveva essere nei confronti
di tutta Torre Alfina. Per rappresentare il borgo in cui vivi, e per la cui
tutela ti eri candidato nella nostra lista. Una scelta consapevole, secondo me,
avrebbe dovuto essere quella di unire le due liste per poter avere, nella lista
che inevitabilmente avrebbe avuto la maggioranza del voti dal Consiglio
comunale, una rappresentanza più forte di tutti quegli elettori che ti avevano
votato alle elezioni del 5 giugno.
Tu, invece, hai deciso di
mantenere la tua scelta, anche quando hai saputo che non aveva alcuna speranza
di successo, per lealtà nei confronti dei tuoi compagni di lista.
Perfetto, hai tutto il diritto di
fare le tue scelte e mantenerle, ma non puoi pretendere che queste vengano
condivise.
Quando si è arrivati alla
votazione in Consiglio comunale io potevo, o dare il mio voto a te, oppure dare
il mio voto alla lista di Mauro dove c’era Alessandra. Ho ritenuto più corretto
politicamente dare il mio voto alla lista Mauro per appoggiare Alessandra ed
evidenziare che, anche se era la lista della maggioranza, i torresi che ci
avevano votati erano rappresentati.
I principi sono importanti e
vanno difesi ma, ripeto, vanno difesi con preparazione, conoscenza e senza
personalismi, altrimenti il risultato non è mai positivo.
Riassumendo, dunque:
Hai deciso di difendere dei
principi facendo una lista in poche ore, senza sapere come si sarebbe votato,
ed anche quando hai saputo che non vi era nessuna possibilità di vittoria,
invece di cercare la soluzione migliore per poter rappresentare i torresi, hai
scelto di proseguire nella tua strada che nulla avrebbe portato per il tuo
borgo, per lealtà nei confronti dei tuoi compagni di lista.
Non ho condiviso la tua scelta ed
ho votato la lista di Mauro, dove c’era Alessandra, per rendere evidente il
nostro appoggio a lei e il fatto che, anche in quella lista, i torresi che ci
avevano votato erano rappresentati.
Questo il motivo della mia scelta
e del mio voto.
Un saluto
Solange”.
A questa mia risposta Cristiano
ha abbandonato il gruppo, e comunicato la sua decisione ed il suo punto di
vista sulla vicenda. Legittimo, come legittime sono le interpretazioni
personali di ognuno a quanto accaduto.
Io tengo solo a precisare, ancora
una volta, se mai ve ne fosse bisogno, che MAI, e ripeto MAI, appoggerò chi
agisce, seppur spinto da buone intenzioni, in maniera frettolosa, non informata
e non consapevole.
Agendo così non si costruisce nulla, ma si reca solo
pregiudizio agli altri, a coloro che ci hanno votato e che avevano tutto il
diritto di essere adeguatamente rappresentati nel Consiglio di Frazione.
Conclusioni.
Ad oggi il risultato che abbiamo
ottenuto come gruppo di minoranza è stato estremamente positivo, perché abbiamo
ottenuto, per la prima volta ad Acquapendente, una Commissione di controllo e
garanzia, e perché siamo all'interno di un ente, come la Comunità Montana, di
grande importanza per il territorio.
Ma non solo. C’è stata una
apertura straordinaria verso le nostre idee e proposte da parte dell’amministrazione.
C’è chi, a questo atteggiamento
dell’amministrazione nei nostri confronti, ha dato un’interpretazione positiva,
chi dubbia, chi negativa.
Legittimo, ognuno vede il mondo con i propri occhi ed
i propri principi, è la meraviglia di essere uomini e non macchine.
Ma qui mi permetto di dare la mia personale interpretazione a tale
comportamento, perché ritengo sia dettato non solo da grande correttezza, come
ho già detto, ma che sia dettato anche dal voler risolvere, nel migliore dei
modi, i problemi del paese attingendo a tutte le competenze del territorio,
senza nessuna preclusione, nessun pregiudizio, nessun schieramento, nessun
pericoloso personalismo, solo il desiderio di lavorare insieme, e al meglio,
per il territorio.
Questa è quella che chiamiamo
buona politica, questo significa costruire, e noi siamo qui per costruire, le
chiacchiere le lasciamo agli altri.
Solange Manfredi, capogruppo
della lista civica Acquapendente Progetto Comune
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