venerdì 2 dicembre 2016

INQUINAMENTO FIUME PAGLIA



Relazione sull'incontro che si è tenuto, il 12 giugno 2016, presso il Comune di Orvieto inerente l’inquinamento da mercurio del fiume Paglia



foto tratta da: http://laperegina.it/gallery/la-valle-del-paglia-itinerario-di-adio-provvedi-e-filippo-belisario/

Il problema del mercurio nel fiume Paglia è stato affrontato prendendo in esame le principali sorgenti:
- attività mineraria, prof. Costagliola Dipartimento di Scienze della Terra / Università degli Studi di Firenze;
- attività geotermica, Prof. Borgia, Università di Milano, Department od Earth Sciences; Open University M. Keynes, UK).
Vi sono, poi, stati interventi che hanno evidenziato l’attuale stato di contaminazione nella catena alimentare (interventi che ho sintetizzato nelle tre relazione riportate).

In sintesi.

Si stima che di tutto il mercurio che c’è al mondo, 1/3 proviene dal comprensorio di Abbadia San Salvatore.



Secondo gli studi dell’Università di Firenze, la quantità di mercurio presente presso il fiume Paglia, a causa dell’attività mineraria, è di circa 60 tonnellate.
Passano nel Paglia circa 11 kg di mercurio all'anno
Si stima, quindi, (60t/11kg anno) che questo flusso possa durare 5.000 anni.
La quantità di mercurio emessa dalle centrali geotermiche è dieci volte superiore a quella che passa nel fiume Paglia.
Le centrali geotermiche dell’Amiata emettono il 42% di mercurio di tutto il comparto industriale italiano ed il 2,1% di tutta Europa. 
Questa è la situazione con gli abbattitori in funzione, cioè quando tutto funziona perfettamente.
Il mercurio al nostro organismo non serve a nulla, anzi è fortemente tossico.
Il mercurio non è biodisponibile, cioè non entra nella catena alimentare, a meno che non arrivino dei batteri che riescono a convertirlo in metil-mercurio.
Trasformato in metil-mercurio diventa biodisponibile e dà origine ad un fenomeno che si chiama bio-accumulazione. Infatti, il metil-mercurio ingerito resta nell’organismo al 100%.
I livelli di mercurio sono decisamente alti nel Paglia, sopra il limite di legge – D.lgs 152/2006. 
Questo mercurio, poi, passa nel Tevere ed arriva al mar Tirreno.
Nel mar Tirreno, a levante, c’è molto mercurio nelle alghe, per cui vi è, per alcune specie, il divieto di pesca. 
A ponente, dove la concentrazione il mercurio è minore, c’è il divieto di pesca per pesci sopra un certo peso, (perché, per il fenomeno della bio-accumulazione del mercurio, i pesci più piccoli restano nei limiti di legge).
La concentrazione di mercurio nei pesci è così importante che si consiglia alle donne in età fertile, o incinta, di limitarne il consumo per evitare la demenza dei nascituri.
Una volta che nelle acque il mercurio si è trasformato, grazie all’opera di alcuni batteri, in metil-mercurio – e la trasformazione non è una cosa che potrà avvenire, ma sicuramente accadrà – questo diventa biodisponibile, e non solo attraverso i pesci, come oggi. Questo vuol dire danneggiare la possibilità di rilancio commerciale e produttiva dell’area.

Conclusione dell’incontro.

Costituire un gruppo tecnico operativo per realizzare un documento da sottoporre al Ministero dell’Ambiente e ai governi regionali di Umbria, Lazio e Toscana per completare gli studi e procedere alla bonifica dei fiumi Paglia e Tevere e terreni adiacenti dalle contaminazioni/inquinamenti da Mercurio e altre sostanze.


Interventi

Apre l’incontro il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani che spiega le ragioni dell’incontro.
“Il Comune di Orvieto è Capofila della Strategia Nazionale Are Interne denominata SUD EST Orvietano, che ricomprende tutti i territori Comunali del Bacino del Paglia e parte di quelli del Tevere fino a valle dell’Oasi di Alviano (20 comuni). 

Orvieto sta anche portando avanti, come Capofila e con il supporto tecnico gratuito di ALTA SCUOLA (Associazione Culturale e Scientifica no profit tra Regione Umbria Comuni di Orvieto e Todi) il CONTRATTO DI FIUME PER IL PAGLIA, uno strumento di gestione partecipata dei territori fluviali innovativo, recentemente introdotto nel codice dell’Ambiente all’art 68 bis. 

Sempre in questa zona è in corso la fase di animazione aperta al pubblico per la costruzione del Piano di Azione Locale del GAL (gruppo di azione locale) del territorio Trasimeno Orvietano nell’ambito dell’azione Leader del PSR 2014-2020. 

Siamo quindi in una fase delicata di messa in atto di una programmazione strategica basata su fondi certi (nazionali e europei) attraverso azioni e interventi per il recupero della competitività di questo territorio e per uno sviluppo locale che riallinei un’area ad oggi un po’ dimenticata, ai corridoi dello sviluppo non solo economico ma anche ambientale, culturale e sociale … 

A causa dei fenomeni di inquinamento da Mercurio tutti i Sindaci della zona del fiume Paglia hanno dovuto emettere una ordinanza di divieto di pesca al consumo umano dal fiume. 
Insieme agli altri Sindaci non voglio trovarmi a dover emettere altre ordinanze che magari vietino l’uso di alimenti vegetali senza che si sia capito bene e con certezza perché ci troviamo in questa situazione e cosa si deve fare per impedirla o per mitigarla. 
L’ordinanza di divieto non può essere lo strumento e la cura della mancata o assente prevenzione. Bisogna fare qualcosa prima, prevenire vuol dire arrivare prima. 
Per questo ho voluto convocare l’odierno incontro tecnico di approfondimento sui fenomeni di contaminazione/inquinamento da Mercurio per fare il punto qui, ad Orvieto, nel cuore del problema, per capire a che punto siamo con la conoscenza del problema, per sentir dire pubblicamente che cosa si sta facendo e per disegnare insieme una ROAD MAP di quello che bisogna fare subito, con tempi certi e definiti: chi fa che cosa e chi mette le risorse dedicate per fare! 
Voglio augurarmi che nel corso della mattinata si riesca a fare un lavoro proficuo e di squadra, utile a stilare un documento e una posizione ‘forte’ che intendo utilizzare per richiamare l’attenzione degli organi competenti, sia di quelli invitati (oggi assenti), che di quelli che oggi invece sono qui, comprese le Regioni Toscana e Lazio e le loro Agenzie per la Protezione dell’Ambiente, perché credo che i problema Mercurio necessiti di un’attenzione interregionale e nazionale immediata”. 





Prof. Costagliola, 


   docente di mineralogia presso l’Università di Firenze.

N.B. La relazione del prof. Costagliola, sull’inquinamento di mercurio causato dalle miniere del Monte Amiata, riporta i dati raccolti dall’Università di Firenze dal 2009 al 2015. Lo studio non è completo perché interrotto per mancanza di fondi. I finanziamenti maggiori sono arrivati dal MIUR. I risultati sono stati comunicati alle varie istituzioni, ad Abadia, Regioni, Ministeri, ecc.

L'intervento

Ciò che immette mercurio nell'ambiente sono: 
- le guerre; 
- la corsa all'oro; 
- l’industrializzazione.
Le principali sorgenti di mercurio dovute all’industrializzazione sono: 
- l’attività mineraria; 
- l’attività geotermica; 
- i combustibili fossili.
L’Italia è al centro di una delle più grandi cinture mercurifere del mondo, probabilmente la più grande.
Abadia San Salvatore è il terzo deposito al mondo di mercurio. 
Almaden, in Spagna, è il primo, e Idrija, in Slovenia, il secondo.
Si stima che di tutto il mercurio che c’è al mondo, 1/3 proviene dal comprensorio di Abadia San Salvatore.
Il mercurio al nostro organismo non serve a nulla, anzi è fortemente tossico.
Il mercurio non è biodisponibile, cioè non entra nella catena alimentare, a meno che non arrivino dei batteri che riescono a convertirlo in metilmercurio.
Trasformato in metilmercurio diventa biodisponibile e dà origine ad un fenomeno che si chiama bioaccumulazione. Infatti, il metilmercurio ingerito resta nell’organismo al 100%.

Miniere di mercurio sul Monte Amiata.


Ad Abbadia San Salvatore l’attività mineraria, durata circa 100 anni, si è interrotta nel 1977. Sino a quel momento sono stati lavorati 102-103.000 tonnellate di mercurio.
Nella lavorazione di mercurio in miniera si calcola, ottimisticamente, che il tasso di recupero fosse il 75%. Questo vuol dire che 35.000 tonnellate di mercurio sono state disperse nell’ambiente.
Si calcola che 10.000 tonnellate siano state disperse in atmosfera e, 25.000 tonnellate, siano rimaste nelle calcine (formi in cui veniva lavorato il mercurio), quindi scaricate nella zona di Abbadia e trasportate come particolato solido a valle.
Secondo gli studi dell’Università di Firenze, la quantità di mercurio presente presso il fiume Paglia è di circa 60 tonnellate fino ad Allerona.
Passano nel Paglia circa 11 kg di mercurio all’anno. Si stima, quindi, (60t/11kg anno) che questo flusso possa durare 5.000 anni.
I livelli di mercurio sono decisamente alti nel Paglia, sopra il limite di legge – D.lgs 152/2006 – (N.B. si registra una concentrazione minore di mercurio dopo la diga di Alviano. Questo perché la diga fa da filtro, si depositano al suo interno parte degli inquinanti, che poi si distribuiscono diversamente, comportando una minore concentrazione di mercurio nelle acque a valle della diga).
Dopo l’alluvione del 2012, il Paglia ha subito un drastico cambiamento morfologico, con conseguente aumento di mercurio. 
Mercurio che, purtroppo, in questi anni, si è trasferito nella biosfera
Sono stati analizzati i tessuti di vari tipi di pesci, e le concentrazioni di mercurio sono alte (uguali, se più alte, di quelle dei pesci nei corsi d’acqua vicino alla Slovenia o alla Spagna, ossia negli altri distretti minerari) e ben sopra i limiti di legge. 
Le concentrazioni di mercurio nei pesci si abbattono, avvicinandosi ai ranghi previsti dalla legge, solo dopo 80 Km da Abbadia.
Il Paglia, all’altezza di Orvieto, confluisce con il Tevere e poi al mare. Nel mar Tirreno, a levante, c’è molto mercurio nelle alghe, per cui vi è, per alcune specie, il divieto di pesca. A ponente, in cui il mercurio è minore, c’è il divieto di pesca per pesci sopra un certo peso.
La concentrazione di mercurio nei pesci è così importante che si consiglia alle donne in età fertile, o incinta, di limitarne il consumo per evitare la demenza dei nascituri.
Si deve sicuramente iniziare una bonifica della zona. 
In alcune zone, vicino alle calcine, la bonifica inizierà a breve, il mercurio non è disperso nell'acqua e la bonifica si presenta più semplice. Per il fiume si dovrà individuare il modo migliore, ossia la tecnologia più adatta, per poter affrontare il problema e non peggiorarlo (impensabile dragare, peggiorerebbe solo la situazione disperdendo il mercurio sedimentato).

Intervento Prof. Roberto Minervini,
docente universitario, esperto in biologia marina,
Coordinatore del Coordinatore Tavolo Ambiente “Contratto di Fiume Paglia


Il problema del mercurio è un problema grave, e non è marginalizzato ad una fetta di territorio, proprio perché il mercurio, trasportato in particolato, scende a valle ed arriva sino al mare, contaminando i pesci e finendo nella catena alimentare.
All'inquinamento causato da 100 anni di attività mineraria, esistente e grave, si somma l’inquinamento causato dall'attività geotermica, che immette nell'atmosfera tonnellate di mercurio.
Si deve provvedere ad una bonifica del territorio, ma che senso ha provvedere alla bonifica se non si ferma l’inquinamento? 
Inquinamento minerario e inquinamento geotermico sono due facce della stessa medaglia, un problema che deve essere affrontato nella sua globalità. 
Proprio per questo il Ministero dell’Ambiente che deve rivedere la gestione produttiva dell’Amiata.
Una volta che nelle acque il mercurio si è trasformato, grazie all’opera di alcuni batteri, in metil-mercurio, questo diventa biodisponibile, e non solo attraverso i pesci, come oggi. Questo vuol dire danneggiare la possibilità di rilancio commerciale e produttiva dell’area. Infatti cosa andremo a dire a coloro che investiranno sul nostro territorio, magari in agricoltura? Che non possono irrigare le patate perché la nostra acqua contiene mercurio?
Il problema deve essere affrontato nella sua globalità, fermando l’inquinamento da mercurio ed iniziando una seria attività di bonifica.

Intervento prof. Andrea Borgia
Università di Milano, Department of Earth Sciences; Open University M. Keynes, UK


Il problema di inquinamento da mercurio nell'area non viene affrontato nella sua globalità, ed io vorrei affrontare questo problema in modo completo.
Insegno geotermia all’università di Milano, faccio ricerca negli Stati Uniti e, recentemente, ho ricevuto la global Research Council proprio in geotermia.
Ci sono due sorgenti fondamentali di mercurio che provengono dalle centrali geotermiche:
1 La prima è riconducibile alle emissioni delle centrali, problema studiato dalle università
2 La seconda è la subsidenza (il fenomeno dell’abbassamento del suolo), problema, purtroppo, non studiato dalle università.
Partiamo dalle emissioni delle centrali geotermiche.
Le centrali geotermiche dell’Amiata emettono il 42% di mercurio di tutto il comparto industriale italiano, il 2,1% di tutta Europa. 
Questa è la situazione con gli abbattitori in funzione, cioè quando tutto funziona perfettamente.
In queste due ore che siamo stati qua ad ascoltare le relazioni precedenti, le sole centrali geotermiche di Piancastagnaio, con tutti gli abbattitori in funzione, e quindi in condizioni ottimali, ha emesso nell’ambiente il 10 volte più mercurio di quello che è passato nel Paglia.
Già questo ci dice che la quantità di mercurio emessa dalle centrali geotermiche di Piancastagnaio è altissima.
Questo mercurio condensa in goccioline microscopiche che si depositano tutto in torno alla centrale, in un raggio che va dai 500 metri al Km. Ovviamente, essendo un deposito superficiale, al primo acquazzone, passano nel terreno e nelle acque.
I dati raccolti dall’Università di Siena sulla contaminazione di mercurio del suolo mostra con chiarezza come, accanto alle centrali geotermiche, questa contaminazione sia altissima.
Ma non solo mercurio esce dalle centrali geotermiche. Ecco i dati.
All’Amiata vengono emessi circa 500 tonnellate/ora di fluido geotermico che contengono, approssimativamente, 85- 90% vapore, il resto è:

  • Co2, le centrali geotermiche dell’Amiata emettono più CO2 di una centrale a carbone;
  • acido solfidrico, anche in questo caso ne emettono più di una centrale a carbone; 
  • metano; 
  • uranio; 
  • piombo; 
  • cadmio; 
  • cobalto; 
  • cromo; 
  • zolfo; 
  • arsenico; 
  • antimonio; 
  • ammoniaca; 
  • acido borico; 
  • mercurio.
Il mercurio emesso dalle centrali è molto alto, anche se funzionano gli abbattitori. Se non funzionano è un disastro. Fatto 10 con gli abbattitori, senza abbattitori è 100.
Peccato che gli abbattitori siano stati messi solo pochi anni fa, nel 2006. Questo vuol dire che, dalla fine degli anni ’50, prime stazioni geotermiche, sino al 2006, queste centrali hanno immesso nell’atmosfera una quantità di mercurio altissima.
Ma, anche con gli abbattitori, la quantità di mercurio immessa è inaccettabile.
Oltre a ciò, è appena il caso di evidenziare, come i dati sulle emissioni vengano rilevati dall’Università e dall’Arpa solo ogni 2-3 anni. 
Come se non bastasse, chi deve fare i rilevamenti, deve avvertire 15 giorni prima il gestore della sua intenzione di fare le rilevazioni
Visto che ci sono pozzi che hanno poco mercurio, ed altri che ne hanno moltissimo, è lecito pensare che, al momento delle rilevazioni, vengano fatti funzionare solo i pozzi con minor inquinante.
I Comuni dovrebbero lottare per una indagine continua delle emissioni, è assurdo che vengano fatte solo ogni 2-3 anni avvertendo il gestore della rilevazione.
Un altro grave problema non trattato, e non studiato, è quello della subsidenza.
La subsidenza si misura con l’abbassarsi del suolo.
La subsidenza nella zona di Piancastagnaio è stata 1 cm l’anno
Quanto è stata la subsidenza effettiva? Ritengo da 1 a due metri. Altissima.
Le centrali geotermiche hanno iniziato a funzionare nel 1959/60. In quegli anni le centrali erano a scarico libero, cioè i vapori delle centrali andavano direttamente nell’atmosfera creando, e depressurizzando, i campi geotermici. Questa emissione ha causato la maggior parte della subsidenza. Tale subsidenza negli ultimi anni non si registra, precisamente dagli anni ’90, anni in cui è stato realizzato il campo geotermico profondo.
La subsidenza è stata la causa, secondo me, del crollo dei due ponti, quello sulla Cassia e quello vicino a Piancastagnaio, ponti che si trovano proprio vicino alle zone di subsidenza.
Perché è avvenuto il crollo? Perché quando si abbassa il letto del torrente, questo cerca di recuperare. Come? Se diminuisce la pendenza, il fiume sedimenta. Se aumenta la pendenza, il fiume erode.
Creando una subsidenza di 1 o 2 metri, si è ridotta la pendenza e si è formata una zona di deposito proprio a monte del ponte del Paglia. Questa zona di subsidenza ha raccolto la maggior parte di mercurio che proviene non solo dalle centrali geotermiche ma anche, ovviamente, in grandissima quantità, dalle miniere dismesse. Che cosa è successo nel tempo? Il fiume, finita la deposizione, ha incominciato ad erodere per cercare di ricostruire il suo letto. Ed ecco che, con tutti questi sedimenti, sono state erose le fondamenta dei ponti. Questi sedimenti, poi, che si erano lì posizionati, con il crollo dei ponti sono stati rimobilizzati e portati al mare.
Questa è un’altra conseguenza dell’utilizzo indiscriminato della geotermia.
Se c’è un Sindaco a cui interessa veramente migliorare la qualità dell’acqua del Paglia, si deve attivare per togliere la prima sorgente sicura di mercurio attuale, che è quella delle centrali geotermiche, con emissioni di mercurio nell’atmosfera dieci volte superiori di quelle che passano nell'acqua del fiume
Mi sembra una fonte molto significativa, importante di inquinamento e, per interromperla, basta pigiare un bottone.
Poi, sicuramente, si deve pensare ad una bonifica, ma non ha alcun senso iniziare una bonifica con una fonte inquinante così importante in funzione.

Conclusione dell’incontro.

L’incontro si conclude con l’accordo per costituire un gruppo tecnico operativo al fine di realizzare un documento da sottoporre al Ministero dell’Ambiente e ai governi regionali di Umbria, Lazio e Toscana per completare gli studi e procedere alla bonifica dei fiumi Paglia e Tevere e terreni adiacenti dalle contaminazioni/inquinamenti da Mercurio e altre sostanze.

Nessun commento:

Posta un commento